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17.9.09

Attentato a Kabul intervista Atiq Rahimi

Anche quest'anno ho avuto modo di intervistare autori e personaggi importanti al Festivaletteratura, oltre che a tanta gente comune,volontari e addetti ai lavori.


Credo possa avere un certo interesse, questo stralcio dell'intervista che ho fatto al coraggioso scrittore afghano Atiq Rahimi, alla fine del suo applauditissimo intervento al Palazzo della Ragione, stracolmo di persone per l'occasione, alla luce del recente attentato suicida a Kabul, rivendicato immediatamente dai talebani, in cui 2 blindati lince son saltati in aria: hanno perso la vita tra gli altri, anche 6 nostri paracadutisiti della Folgore, con altri 4 militari feriti gravi e 15 civili deceduti. Colgo l'occasione per esprimere solidarietà e affetto,ai famigliari delle vittime.


E', nato a Kabul nel 1962 e ormai da tanto tempo vive in Francia; incarna con grande coraggio e dignità, lo spirito di libertà e di voglia di ricostruzione di un popolo che ha tanto sofferto dall'invasione sovietica del 1978, fino ad oggi. Ha recentemente dato alle stampe, per i tipi di Einaudi uno struggente e bellisismo romanzo: " Pietra di pazienza "


D : " cosa pensa della missione internazionale di peace keaping nel suo paese e della presenza di noi italiani ? "


R : " non sono sicuramente un esperto di queste cose, in quanto antimilitarista convinto e ribadisco anche in questa sede, che il popolo afghano non è un popolo di guerrieri; ma il fatto è che il mondo oggi, non combatte contro l' Afghanistan, bensì contro bande terroristiche nel nostro paese e questo è un fatto positivo in sè; ma devo dire altresì, che il mondo intero ha responsabilità gravissime e pesanti di cui vergognarsi, dato che ha lasciato che l' Afghanistan venisse prima smembrato per ambigui equilibri geopolitici ed economici e successivamente invaso dall' Unione Sovietica, il tutto senza quasi battere ciglio, tranne qualche rara, coraggiosa e purtroppo inascoltata onlus internazionale; poi le cose sono andate come sono andate.


In quei giorni, il mondo intero ignorava il dramma afghano alla presa del potere dei talebani. Era il 1996 - 1997 e tutti hanno chiuso gli occhi di fronte alla marcia dei talebani verso Kabul.
La nostra popolazione ed in particolare le giovani generazioni, hanno pagato un prezzo altissimo per tutto questo e non è ancora finita, ahimè.


Ma so per certo che le vostra presenza è molto gradita dalla gente comune,ma devo essere comunque realista, oltre che contrario agli eserciti in genere e dico che se oggi, le forze internazionali di pace andassero via dal mio paese d'origine, sarebbe un ecatombe ed accadrebbero cose di una gravità tale da fare impallidire quello che è accaduto l' 11 Settembre " .

Paolo

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1 Commenti:

Alle 20 novembre 2009 alle ore 17:27 , Anonymous Filippo di Mestre ha detto...

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