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27.1.08

La Nazione Dipinta Palazzo Te Mantova

La Nazione dipinta, storia di una famiglia tra Mazzini e Garibaldi - Mantova, Fruttiere di Palazzo Te

Si è conclusa giorni fa in uno dei più importanti gioielli mantovani,una delle mostre più interessanti relative alla storia d'Italia, visitata da decine e decine di migliaia di persone giunte anche dall'estero. Foto Gallery

L'arte pittorica in questo caso funge da interfaccia,viene a fornire una cronaca quasi giornalistica di uno spaccato storico decisivo per l'unità dello Stivale .. i quadri come documenti, fotografie di un'epoca .. poesia dei sentimenti intrecciati con la politica; situazioni romantiche, di altri tempi, evocate da dipinti di una bellezza intramontabile che le attualizza .. capolavori di inestimabile valore dei più importanti protagonisti della pittura del XIX secolo, del calibro di Francesco Hayez, Domenico e Girolamo Induno, meglio conosciuti come i pittori-soldati, Silvestro Lega, Telemaco Signorini e Pellizza da Volpedo. Per l'elenco completo delle opere e degli autori clicca qui .

Un percorso espositivo composto da 80 opere tra dipinti, sculture, fotografie, documenti e libri .. i grandi temi della formazione della nazione: l’intreccio tra amor di patria e amore romantico, le passioni del Quarantotto, le cospirazioni mazziniane, la partecipazione delle donne tra patriottismo ed emancipazionismo, l’epopea garibaldina, la scienza positivista e la scoperta, dopo l’unità politica, di un’Italia reale di contadini poveri, di disadattati e a volte matti, di bambini analfabeti, sfruttati e purtroppo in molti casi abbandonati o comunque costretti ad arrangiarsi.

L'itinerario è stato così strutturato:

Amore e politica - La mostra si apre con la sconfitta della rivoluzione di metà secolo: la caduta delle speranze italiane è rappresentata dal capolavoro di Francesco Hayez, La Meditazione.

Un grande amore è quello che nasce a Genova nel 1857 tra Achille Sacchi e Elena Casati. La coppia, seguace delle idee mazziniane, educherà la numerosa prole ai valori patriottici e risorgimentali.

Il tema dell’intreccio tra amor romantico e amor di patria è illustrato in questa sezione da opere quali Triste Presentimento di Gerolamo Induno, Il richiamo di Garibaldi di Domenico Induno, Accampamento alle porte di Milano 1859 di Sebastiano De Albertis. Come si diventa patrioti: la rivoluzione del 1848 Sono soprattutto i giovani i protagonisti delle opere di questa sezione, prima negli scontri di strada e sulle barricate nelle città, poi come volontari nella guerra d’indipendenza.

Nei moti del 1848, a Milano come a Venezia, sono partecipi e attive anche le donne. Oltre alle opere degli Induno, testimoniano queste vicende un taccuino di Stefano Ussi con vari schizzi di giovani volontari e un ritratto di Volontario Toscano di Antonio Puccinelli.

Le cospirazioni mazziniane - La difesa di Roma nel 1849 costituisce per molti di questi giovani, compreso Achille Sacchi, la prova attraverso cui, di fronte alla sconfitta della guerra regia, prende corpo la prospettiva della guerra di popolo e della repubblica. Nonostante il disastro finale, che trova la sua rappresentazione in alcune tele, come La veduta di Porta San Pancrazio a Roma di Gerolamo Induno, dall’esperienza romana si dipana il filo delle iniziative insurrezionali mazziniane i cui principali protagonisti evocati nella mostra sono Felice Orsini, Pier Fortunato Calvi e, tra i mantovani, oltre a Sacchi, Giovanni Acerbi e Giovanni Chiassi.

Le donne mazziniane
- Gli ideali mazziniani vengono condivisi e sostenuti da molte donne che si impegnano nelle attività cospirative e insurrezionali: un passaggio cruciale del processo di emancipazione femminile in Italia. La donna viene sempre più raffigurata in interni borghesi intenta alla scrittura e alla lettura, contesti entro cui si inseriscono anche le esperienze più radicali di impegno politico. Le opere in mostra, dipinti come La lettera o Pittrice nell’atelier di Domenico Induno o ancora il Ritratto di Clara Maffei di Francesco Hayez, documentano questo processo di cambiamento culturale auspicato dallo stesso Mazzini nelle sue pagine.

Garibaldi - Il fallimento delle insurrezioni mazziniane degli anni Cinquanta avvicina una parte dei patrioti dello schieramento democratico al progetto di Cavour, che nel 1859 ha il suo sbocco nella guerra del Piemonte e della Francia contro l’Austria. Molti veterani del ’48 riprendono le armi, insieme a una nuova leva di giovani patrioti, nell’esercito piemontese, mentre altri si arruolano nei Cacciatori delle Alpi di Garibaldi. Tra questi i mantovani Sacchi, Chiassi e Ippolito Nievo, la cui partecipazione alla campagna del 1859 è immortalata nel grande dipinto Sbarco dei garibaldini a Sesto Calende 23 maggio 1859 di Eleuterio Pagliano. L’epopea garibaldina è documentata da altre opere di Domenico e Gerolamo Induno e di Angelo Trezzini. In rilievo di nuovo le donne come nel dipinto Il 26 aprile 1859 in Firenze di Odoardo Borrani: la patriota qui ritratta mentre cuce una bandiera tricolore rispecchia di qual natura fu allora la partecipazione femminile, sebbene non poche donne avrebbero aspirato a combattere e qualcuna riuscì nell’intento.

Democrazia, positivismo e questione sociale - La guerra del 1859, l’incontro di Teano e, dieci anni più tardi, l’ingresso dei bersaglieri a Roma decretano la sconfitta dei repubblicani, la cui opposizione al nuovo stato si manifesta in forme più o meno radicali. Mantova è nei decenni dopo l’unità uno dei centri del movimento democratico e repubblicano. Questo anche grazie all’opera di Sacchi: all’azione politica il patriota mantovano affianca ora, nella sua veste di medico e scienziato positivista, un’intensa attività a favore del progresso delle classi popolari.
I quadri di questa sezione - ad esempio Galileo e Viviani di Tito Lessi - rispecchiano da un lato i valori della cultura positivistica dominante in Italia; dall’altro illustrano alcuni aspetti rilevanti della questione sociale: la sanità, l’istruzione, l’emigrazione, il problema dei manicomi, in un’Italia contadina poverissima, dove occorreva portare a un livello minimo il livello di vita della maggioranza della popolazione.
Una risaia di Luigi Steffani, La raccolta dei bozzoli di Giovanni Segantini, Studio per il quadro con la Sala delle agitate di Telemaco Signorini, La vaccinazione di Demetrio Cosola, sono tra le opere che meglio illustrano la situazione del nostro Paese nel decennio dopo l’unità.

Patria, scienza ed educazione - In questa sezione lettere, libri, documenti testimoniano la vicenda umana di Achille e Elena Sacchi, che ritengono la diffusione della scienza e della cultura una delle chiavi del progresso e si dedicano all’educazione dei figli secondo questi principi, impegnandosi per la diffusione dell’istruzione pubblica.
La straordinaria tela di Giuseppe De Nigris, Impressioni di un quadro, testimonia, insieme a La lezione della nonna di Silvestro Lega e ad altre opere di Angelo Trezzini e Gioacchino Toma, il ruolo di primo piano che, accanto alla scienza, ha, nell’ideale educativo di genitori come i Sacchi, il sentimento patriottico.

Emancipazionismo - Altro valore imprescindibile è per i Sacchi l’uguaglianza tra i sessi: ciò porterà alla appassionata adesione delle figlie Beatrice e Ada al movimento emancipazionista femminile, documentato nella sezione finale della mostra. Parificazione politica, ma anche promozione economica e sociale delle donne. Valori insiti nel movimento socialista di cui Mantova sarà, a cavallo tra Otto e Novecento, uno dei centri più importanti. La mostra si chiude dunque con alcuni bozzetti del capolavoro di Pellizza da Volpedo , Il Quarto Stato e con uno sguardo sulla città con le tele di Domenico Pesenti e Vindizio Nodari Pesenti.

Una importante occasione per ammirare le opere non solo del più importante esponente del romanticismo storico Francesco Hayez ma anche di altri importanti artisti del periodo più emblematico della storia recente del nostro paese.Questa mostra è stato un omaggio agli artisti più meritevoli dell’800 che hanno dipinto nelle loro tele la nostra nazione e i cambiamenti significativi di quell’epoca.

L’esposizione fa parte di una serie di manifestazioni coordinate dal Comitato per le celebrazioni del secondo centenario della nascita di Giuseppe Garibaldi, iniziativa voluta dal Ministero per i Beni Culturali e patrocinata dal Presidente della Repubblica. E’ stata organizzata dal Centro Internazionale d’Arte e di Cultura di Palazzo Te e promossa dal Comune di Mantova, Museo della Città di Palazzo San Sebastiano, Istituto mantovano di storia contemporanea, Banca Agricola Mantovana e Fondazione Banca Agricola Mantovana, con il patrocinio della Regione Lombardia – Culture, Identità e Autonomie della Lombardia e dell’Archivio di Stato di Mantova.

Paolo

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3 Commenti:

Alle 28 gennaio 2008 alle ore 00:49 , Anonymous Anonimo ha detto...
Alle 28 gennaio 2008 alle ore 18:22 , Anonymous Anonimo ha detto...
Alle 29 gennaio 2008 alle ore 19:15 , Blogger Dark Miryam ha detto...

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