Palestra delle Idee

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29.1.08

Magdi Allam lettera appello

Ricevo e pubblico volentieri una lettera dell'amico e collega Magdi Allam, col quale da un po' di tempo a questa parte è iniziata una collaborazione spontanea .. la si può condividere come criticare .. io sono del parere che vada letta e accolta con rispetto aldilà delle proprie opinioni.

La mia è questa : a differenza di tante altre persone che vengono in Italia per delinquere, rubare, rapinare, uccidere, violentare, spacciare droga, sfruttare la prostituzione di povere ragazze ridotte in schiavitù e quant'altro .. nel caso di Magdi, ci troviamo di fronte ad un signore laureato che ha cercato la propria dimensione ed è riuscito, non senza difficoltà, a vivere una stagione di integrazione attiva e propositiva, fino .. ad essere uno di noi .. si sente italiano senza rinnegare le proprie radici .. molti di voi lo conoscono: è nato in Egitto, culla di civiltà e terra di fertili e fecondi princìpi, cultura e bellezze naturali .. le Sacre Scritture sono pregne di episodi che ancora oggi, a distanza di millenni, evocano una emozionante pulsione alla Vita che trascende .. testimoniata dai geroglifici, dalle piramidi e da una microgalassia di reperti archeologici unici al mondo.

Da alcuni anni, d'inverno vado a trascorrere vacanze lavoro in quella terra accogliente .. in quel mare cristallino ed ho imparato a conoscere meglio la sua storia e la sua gente, anche per questo pubblico volentieri questo post.

Un uomo del genere va rispettato, lo vedo più italiano di tanti altri italiani che mi fanno vergognare di essere tale, sia qui nel mio paese che quando vado all'estero. Penso che in alcuni passaggi si sia .. per così dire un po' troppo infervorato .. gli sia slittata un pochino la frizione .. forse alcuni toni in alcuni casi, sono andati oltre il limite che tanti, troppi benpensanti ( ? ) potrebbero vedere oltrepassato .. ma a tutti io rispondo che il limite vero lo hanno passato abbondantemente i soloni della politica, i califfi della casta, gli scrocconi di stato .. le rivoltanti sanguisughe delle segreterie dei partiti che hanno incancrenito i gangli dell'apparato statale .. i satrapi e le satrapie italiote di un italietta che vorremmo cancellare dalle cronache di questi anni !
Ma per questo non posso e non voglio esimermi dal rendere omaggio con tanto di cappello a tutti quei servitori dello Stato che per contro, in questi anni e sopratutto in questi mesi difficli hanno lavorato alacremente per il bene del paese .. onorevoli e senatori, amministratori, forze dell'ordine, semplici cittadini,studenti, casalinghe e quant'altro, che ci fanno ben sperare e a cui va il mio e spero anche il Vs Grazie.
Per chi ne volesse sapere di più di suggerisco di visitare il suo sito o cliccare qui.

Ecco quindi la sua lettera che pubblico integralmente, senza tagli nè censure :

Caro Paolo, ti invio volentieri il testo del mio Appello “Salviamo l’Italia”. Apprezzo la condivisione dei valori e del traguardo, del bene comune e dell’interesse nazionale dell’Italia. Ti sono grato per la tua disponibilità. Ti auguro successo nel tuo impegno etico e civile e ogni bene.

Magdi Allam

" Cari amici,è giunto il momento di mobilitarci per salvare l’Italia dai mercanti che hanno profanato il Tempio della politica, trasformandolo in un bordello dove coloro che dovrebbero rappresentare il popolo si vendono al miglior offerente, dove si svendono i valori e gli ideali in cambio di denaro e di potere. Nel giorno della caduta del governo Prodi, abbiamo assistito nell’aula del Senato a uno spettacolo incivile e ripugnante, con aggressioni verbali e fisiche, schiamazzi e urla. Ma tutto ciò è tutt’altro che una novità. Purtroppo è un tratto fisiologico di una classe politica che, oltre ad essere del tutto priva del senso dello Stato e della dignità nazionale, ha fatto venir meno il rispetto e l’onorabilità delle istituzioni che dovrebbero incarnare la volontà e le aspirazioni del popolo italiano.A conferma della continuità della classe politica italiana, vi invito a leggere questo brano del mio penultimo libro “Io amo l’Italia”:“Il 9 aprile 2006 ho deciso di non votare.

Ho rifiutato di legittimare un sistema elettorale che ha violato uno dei cardini della democrazia sostanziale, il rapporto fiduciario tra l’elettore e l’eletto, tra il popolo e i suoi rappresentanti in Parlamento. Possiamo veramente definire democrazia sostanziale quella in cui il leader del partito decide in partenza chi entrerà a far parte della Camera dei deputati e del Senato, mentre agli elettori non resta altro che avallare le sue decisioni votando a scatola chiusa? E’ democratico un Parlamento i cui membri vengono eletti semplicemente perché collocati ai primi posti delle liste, senza che agli elettori sia consentito di pronunciarsi sui loro nomi?

“Ho scritto io la legge elettorale, ma è una porcata”, ha confessato il ministro per le Riforme istituzionali Roberto Calderoli, “Una porcata fatta volutamente per mettere in difficoltà una destra e una sinistra che devono fare i conti con il popolo che vota”.La verità è che l’Italia è stata trasformata in un forziere da depredare e il popolo italiano in una cavia da manipolare per far prevalere gli interessi faziosi della destra e della sinistra. La destra ha modificato la legge elettorale quando ha avuto sentore che con la precedente sarebbe stata sicuramente sconfitta.

E la sinistra, ancor prima di vincere le elezioni, ha promesso che la cambierà. La destra ha emendato la Costituzione per favorire la devoluzione delle istituzioni, e la sinistra s’appresta a ripristinare il testo originale della “Bibbia civile”, come l’ha definita il presidente Ciampi. La destra ha varato nuove leggi di riforma del sistema giudiziario, del lavoro, del fisco, dell’istruzione e dell’informazione, e la sinistra intende annullarle integralmente. La destra ha assunto degli impegni internazionali al fianco degli Stati Uniti in Iraq, e la sinistra ha deciso di liquidarli. Berlusconi non ha riconosciuto la vittoria della sinistra, e Bertinotti l’ha dedicata “alle operaie e agli operai”.Non ho votato perché non voglio essere complice di questa classe politica. A che spettacolo avvilente e preoccupante si è assistito nella campagna elettorale!Credo che, quanto a dignità dell’Italia e a onorabilità di chi la rappresenta, abbiamo davvero toccato il fondo. Da un lato, gli esponenti dell’Unione hanno accusato Berlusconi e Forza Italia di essere collusi con la mafia, di fare gli interessi di Cosa Nostra, di avere tra i propri collaboratori dei malavitosi. Ammettendo, al tempo stesso, che in Italia la mafia è certamente presente nella gestione della politica e degli affari dello Stato.

Dall’altro, Berlusconi e la Casa delle Libertà hanno accusato gli esponenti dell’Unione di essere anti-democratici, istigatori degli squadristi, autocrati comunisti, responsabili di una “emergenza democratica” che mette a repentaglio la libertà e sta portando alla fuga di capitali all’estero.E’ tangibile la grave deriva dei valori, del senso dello Stato, dell’interesse della collettività, del bene della nazione. Il livello di faziosità e di spregio delle istituzioni ha superato ogni limite in chi dovrebbe avere la responsabilità di gestire, come governo e come opposizione, il paese.

Non è stata una campagna elettorale, ancorché accesa, tra partiti che hanno comunque a cuore l’Italia. E’ stata una campagna d’odio e di veleni tra mercanti della politica e politicanti di professione, che hanno trasformato il tempio della politica in un’arena dove regolare i conti a suon di colpi bassi, ingiurie e diffamazioni.

Questa classe politica è ormai del tutto delegittimata e non credibile. Sembra di assistere a un reality-show dove i politici non si confrontano civilmente per far trionfare chi ha meriti maggiori, ma sottostanno a una regia sensazionalista e provocatoria che si propone esclusivamente di catturare l’interesse dell’opinione pubblica, nel bene e nel male, a torto o a ragione.Le cronache elettorali ci consegnano un’Italia dove i politici infieriscono contro l’avversario con la deliberata intenzione di diffamarlo e screditarlo agli occhi dell’opinione pubblica, senza venire sfiorati dal dubbio di doversi scusare laddove abbiano ecceduto e sbagliato. Per contro gli stessi politici non si fanno scrupolo a prodigarsi in scuse con i violenti e i prepotenti che hanno inequivocabilmente torto o hanno palesemente violato le leggi internazionali, come ad esempio è avvenuto con la Libia di Gheddafi.

Dalla platea si ha la sensazione che, a secondo da dove vengono lanciate le invettive, l’Italia sia irrimediabilmente condannata a diventare una dittatura comunista o al contrario capitalista, in ogni caso sottomessa all’arbitrio di un tiranno sotto mentite spoglie, che pertanto deve essere smascherato, denunciato, bloccato, processato dai tribunali dell’inquisizione politica e messo alla gogna mediatica. Eppure nel medesimo spettacolo, tra un tempo e l’altro, gli stessi attori come d’incanto diventano fin troppo cortesi e riverenti con un tiranno vero che all’improvviso irrompe nella scena, urla e minaccia, distrugge il consolato italiano e saccheggia la chiesa cattolica a Bengazi, fa strage dei suoi stessi sicari, promettendo nuove violenze se gli italiani non si piegheranno alla sua volontà. (…)

Siamo in balia di una classe politica schiava di vecchie, logoranti e controproducenti logiche di potere, improntate al compromesso costi quel che costi, alla conservazione di status ereditati nel tempo e perpetuati nepotisticamente, alla miopia gestionale che limita il raggio d’azione a quel tanto che basta per il proprio tornaconto elettorale o comunque personale. La nostra Italia è avvelenata dalla cultura del buonismo, del “volemose bene”, del cerchiamo di andare d’accordo con tutti, dello stiamocene tranquilli nell’attesa che passi il peggio, della crescita parassitaria dei figli in seno alla famiglia sempiterna e dello Stato mammone, della ricerca ossessiva della pagliuzza negli occhi altrui senza vedere la trave conficcata nei propri occhi.

La nostra Italia non conosce, e forse non ha mai conosciuto, la cultura della responsabilità del singolo, l’etica della preminenza per meriti oggettivi, il senso dello Stato come bene comune, l’attaccamento all’interesse supremo della collettività. Noi italiani siamo ancora in attesa di un leader e di una classe politica che affrontino i problemi reali anziché eclissarli, che godano di una reale investitura da parte degli elettori, che basino il loro programma sulle cose concrete fatte e su quelle da fare, non sulla demonizzazione dell’avversario e, soprattutto, che innalzino il vessillo dei valori, dell’identità e della civiltà come traguardo da perseguire e attorno a cui raccogliere il consenso dei cittadini. (…)

La battaglia comune che ci attende, in Italia, in Occidente e nei paesi musulmani, è essenzialmente una battaglia di idee affinché trionfino valori in grado di cementare una comune civiltà dell’uomo. Sono i valori del primato della vita, della centralità dell’individuo, del rispetto dei diritti fondamentali della persona. Che cosa ci impedisce oggi in Italia di affermare i nostri valori e la nostra identità? E’ solo la nostra incapacità o mancanza di volontà a risultare credibili, a far applicare le leggi e a far rispettare le istituzioni. Dobbiamo biasimare soltanto noi stessi. (…)

Cari amici, come vedete non è cambiato sostanzialmente nulla. Possiamo gioire o meno per la fine del governo Prodi, ma sinceramente non me la sento di gioire per la prospettiva del ritorno al governo di Berlusconi. Non commettiamo l’errore di confondere la contesa politica con un derby di calcio, così come è sembrato dalle reazioni euforiche degli elettori del centro-destra. I problemi di fondo ci sono e riguardano l’insieme della classe politica italiana. Sono problemi che concernono essenzialmente la perdita dei valori e il tradimento dell’identità e dell’interesse nazionale.Ecco perché lancio l’appello “Salviamo l’Italia”. Eleviamo la nostra voce, sottoscrivendo questo appello, per dire "no" a questa cultura politica priva di valori e di ideali, "no" a questa classe politica che rinnega il senso dello Stato e non persegue il bene comune.

Fintantoché non riusciremo ad avviare un percorso di riforma della cultura politica in Italia non cambierà assolutamente nulla. E il cambiamento deve partire da noi stessi. Perché possiamo dire tutto e il contrario di tutto di questa classe politica, ma siamo a noi a eleggerla. Che piaccia o meno siamo tutti corresponsabili del degrado etico e dell’inefficienza della nostra classe politica. Cominciamo da noi stessi cambiando la nostra testa, acquisendo consapevolezza della realtà, radicando in noi dei valori sani e assumendoci la responsabilità di agire da protagonisti per riformare l’Italia.Facciamolo da subito, aderendo all’appello “Salviamo l’Italia”, proprio perché noi vogliamo costruire e non distruggere, non vogliamo nè sottometterci rassegnati all'arbitrio, alla faziosità e all'inciviltà, nè limitarci ad applaudire da gregari al "salvatore della patria" che raccoglie facili consensi tramite la denuncia e la demagogia. Cari amici, è giunta l’ora di assumerci la nostra responsabilità. Aderite al mio invito, cliccando sull’apposito link "Aderisci all'Appello Salviamo l'Italia" all’interno del sito www.magdiallam.it "

Come sempre sono graditi i Vs commenti, pareri, opinioni, contributi e riflessioni.

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4 Commenti:

Alle 29 gennaio 2008 alle ore 12:31 , Anonymous Anonimo ha detto...
Alle 29 gennaio 2008 alle ore 15:22 , Anonymous Anonimo ha detto...
Alle 29 gennaio 2008 alle ore 19:13 , Blogger Dark Miryam ha detto...
Alle 31 gennaio 2008 alle ore 22:05 , Anonymous Anonimo ha detto...

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